L’ictus è una vera e propria emergenza medica in cui il tempo è prezioso per ridurre il danno cerebrale, la mortalità e la morbidità; le opzioni terapeutiche utilizzabili prevedono, infatti, un periodo “finestra” molto ridotto e sono praticabili solo presso unità specialistiche appositamente dedicate, le Stroke Unit.
L’ictus è definito dal Ministero della Sanità come “una sindrome caratterizzata dall’improvviso e rapido sviluppo di segni riferibili a deficit focale delle funzioni cerebrali senza altra causa apparente se non quella vascolare; la perdita della funzionalità cerebrale può essere globale (pazienti in coma profondo). I sintomi durano più di 24 ore o determinano il decesso” . Dal punto di vista epidemiologico esso costituisce una delle maggiori cause di mortalità ed è identificato quale terza causa di morte nel mondo dopo le malattie cardiovascolari e le neoplasie. Recenti studi evidenziano un trend all’aumento di tale patologia che sarebbe attualmente, ed ancor più in previsione per il futuro, la seconda causa di morte nel mondo. La prevalenza dell’ictus è quantificabile tra il 4,6 ed il 7,3% ed aumenta in relazione all’età; nella popolazione italiana la prevalenza risultante dall’ultimo censimento ISTAT del 2001 nella fascia d’età compresa tra i 65 e gli 84 anni è del 6,5%. Anche l’incidenza aumenta progressivamente con l’età e circa il 75% degli eventi si verifica in età geriatrica raggiungendo il picco massimo negli ultraottantacinquenni, in cui si rileva la prognosi peggiore in termini di mortalità .